Le PMI (piccole e medie imprese) sono l’anima dell’economia del paese.
Sono quelle che ci fanno lavorare, sono quelle che ci fanno eccellere, sono quelle che pagano la tassazione più alta in Europa.
Grazie a loro ogni mese riusciamo a pagare 24 milioni di stipendi pubblici.
E’ per questo che le PMI devo essere trattate con i guanti. Devono essere in cima alle priorità di ogni governo.
Nessuno fino ad ora lo ha fatto. Sono sempre state le prime a rimetterci.
La burocrazia e il fisco uccidono le PMI.
Il CREDITO invece: LE AFFOSSA.
Dal 2008 in poi le banche hanno chiuso i rubinetti per le PMI come testimonia il rapporto dell’OCSE 2012.
L’Agenda del Movimento 5 Stelle prevede misure di introduzione del finanziamento alle imprese sul modello francese.
Ma qual è il modello francese? Semplice: microcredito diffuso.
Osteggiato per anni dalle banche d’affari, finalmente, dal 1 gennaio 2011, ha trovato la sua applicazione.
Ma cos’è il credito diffuso?
Oggi il sistema italiano impone che i finanziamenti debbano obbligatoriamente passare attraverso delle “offerte dedicate”, proposte ad esempio dai gruppi bancari. Quindi aumentando la trafila burocratica e le possibilità d’insuccesso.
Il sistema del microcredito diffuso permette ad ogni cittadino di poter finanziare direttamente dei progetti di microcredito e anche, ad esempio, per partecipare alla creazione di nuove imprese sul territorio.
Su Babyloan, società specializzata in microcredito diffuso, già potete trovare una quantità incredibile di numeri e cifre che testimoniano che un altro modello è possibile.
Le misure sul microcredito possono essere applicate anche alle famiglie attraverso il social lending e il peer to peer lending.
Ovvero un semplicissimo prestito tra privati a tassi molto più agevolati rispetto a quelli bancari.
Anche in Italia c’era qualche sito dedicato, per anni osteggiati, e che oggi sembrano ripartire. Qui una lista di siti per farsi un’idea sul meccanismo.
Con il Movimento 5 Stelle al governo, proposte in queste direzioni saranno all’ordine del giorno.
Leggi l’Agenda Grillo
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