La legge elettorale targata Renzi/Berlusconi

By Redazione MoVimento Avellino 5 Stelle 12 anni agoNo Comments
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Vi chiedo uno sforzo di lettura e attenzione. Prima di ogni commento sulla legge elettorale targata Renzi/Berlusconi, non si può trascurare un dato: di fatto la riforma, tra le più importanti per un Paese, la stanno costruendo due soggetti extra parlamentari, il sindaco assenteista e l’ex senatore condannato. Dove? Nelle “segrete” stanze dei partiti, che non sono proprio le sedi ideali. Qualcuno ci critica affermando che lo avremmo potuto evitare rispondendo sì all’ “invito” di Renzi. Non è snobismo il nostro, non è mancanza di argomentazioni, non è desiderio di “non sporcarsi le mani”, non è “paura”. È un questione di contenuti e di modi giusti, che in questo Paese devono essere riconquistati. Posso avere rispetto per il segretario di un partito, ma non è attraverso i suoi diktat o quelli di Berlusconi che si possono trovare le soluzioni migliori per il Paese. E ripeto, per il Paese, non per i partiti, per i loro interessi e per le loro poltrone. La leadership non andrebbe confusa con l’arroganza, le segreterie di partito non andrebbero confuse con le aule parlamentari, gli ex senatori condannati non andrebbero confusi con gli statisti. Prendersi gioco del Parlamento e ridimensionarne il ruolo da largo del Nazareno è tutto fuorché l’atteggiamento di un segretario di partito rispettoso delle Istituzioni. Le regole del gioco si costruiscono lì dove devono essere costruite (il Parlamento) e da chi deve costruirle secondo la Costituzione (i parlamentari) e attraverso una seria discussione e un confronto tra tutti i giocatori (in regime di trasparenza e pubblicità).

Altrimenti quale può essere il risultato? Quello che è davanti i nostri occhi proprio in questo momento: i giornali ci riportano la notizia di una riforma, di cui mancano molti dettagli (nulla si dice, per esempio, sulla possibilità di candidarsi in più circoscrizioni, opzione che la Consulta ha indirettamente criticato nel Porcellum e che resta una menomazione della libertà del voto), che del sistema spagnolo tanto citato ha poco e nulla, e che ricalca in realtà l’impostazione dell’orrore degli orrori: il porcellum appunto. La filosofia, inutile girarci intorno, è quella. Ma andiamo per punti:

L’ITALICUM FALSA LA REALTÀ PARTITICA: il sistema di Renzi/Berlusconi è, di fatto, un maggioritario a doppio turno di coalizione che costruisce artificiosamente una maggioranza in Parlamento che nella realtà del Paese non esiste. C’è sicuramente un vincitore, ok, ma a quale costo? Si falsa il quadro grazie a un premio di maggioranza notevole, soglie di sbarramento altissime e assenza delle preferenze. È inoltre una legge che realizza un ricatto dei partiti più grandi rispetto ai più piccoli. I grandi dettano le condizioni di sopravvivenza dei piccoli che dovranno scegliere se fondersi, coalizzarsi o correre da soli. Se si fosse votato nel 2013 con questo sistema, il 20% dei voti dei cittadini non avrebbe trovato rappresentanti in Parlamento, il che non è da sottovalutare.

PREMIO DI MAGGIORANZA (ancora) ABNORME: la riforma prevede, al primo turno, un premio del 18 – 20% se si raggiunge almeno il 35% dei consensi. Il dettato rispetta in apparenza l’indicazione della Corte Costituzionale che bocciava il premio in mancanza di un quorum di partenza. Tuttavia anche con il riferimento al 35%, il premio produce una eccessiva sovra-rappresentazione in Parlamento della lista/coalizione che risulta vincitore (come per il Porcellum). Un partito che ha circa il 30% si ritrova a governare con il 55% dei seggi. Quale sarebbe il fine? Annientare il multipartitismo, ma in modo forzato e falsato.

SOGLIE DI SBARRAMENTO Più VIOLENTE: la legge prevede tre soglie: 5% per i partiti coalizzati, 8% per i non coalizzati; 12% per le coalizioni. Sono percentuali vicine a quelle del sistema elettorale turco (soglia del 10%) e più alte di quelle russe (7%). In entrambi i casi parliamo di sistemi tacciati di maggiore distorsione del principio di rappresentanza e di eguaglianza del voto. Cosa producono queste soglie: il Parlamento italiano diventa la casa di 2 o 3 forze politiche, una fotografia che non corrisponde alla realtà del Paese, spingendo così verso la formazione di coalizioni “a ogni costo”, senza la minima garanzia che queste reggano dopo il voto (e la tanto decantata governabilità?).

LISTE BLOCCATE: la riforma prevede liste bloccate con pochi candidati, il che salverebbe la legge dai profili di incostituzionalità. Ma le liste saranno presentate in numerose circoscrizioni di dimensioni molto ridotte. Il riparto dei seggi avverrebbe, però, non a livello territoriale, ma nazionale. Da qui il corto circuito e l’aggiramento della sentenza della Corte. In questo modo infatti la competizione elettorale non si svolgerà a livello locale (come farebbe supporre l’opzione delle circoscrizioni piccole), tramite liste identificabili dall’elettore, perché i seggi saranno assegnati sommando i voti ottenuti nel territorio nazionale. Elemento non da poco: la formazione dei mini-elenchi (e quindi la scelta degli eletti) sarà interamente rimessa agli organi dei partiti (un’altra volta).

Postilla: Questa legge potrebbe anche andar bene al M5S come forza politica in un classico ragionamento autoreferenziale. Ma il punto non è questo perché credo che una legge elettorale non debba servire per annientare gli altri partiti, o per costruire un sistema che risponda ai propri capricci, ma deve tener conto della realtà del paese e interpretarla per ideare uno strumento che soddisfi innanzitutto i cittadini e le loro esigenze di cambiamento. Per questo il Movimento ha avviato la sua consultazione online e intende fare la sua proposta sulla base anche del contributo dei cittadini, senza accordi nelle segrete stanze.

Ci aggiorneremo quando il testo della Renzi/Berlusconi sarà depositato in Parlamento (al momento infatti è stata presentata una sola proposta organica di legge elettorale ed è quella del nostro Danilo Toninelli).
A quel punto, sarà battaglia.     (Roberto Fico)

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